Lo Spirito
s’identifica con la “forza vitale”, il “soffio” o “alito divino” donato
dalla grazia di Dio alla nascita. Permette all’uomo di essere annoverato nel
vasto gruppo degli esseri viventi (gli animali), rappresenta il trait
d’union tra Dio, l’anima e il creato. Sia nell’uomo sia negli animali corre
lo stesso spirito vitale, ed è per questo che tutte le creature viventi sono
sotto la protezione del Creatore.
Lo Spirito è l’elemento immateriale
-trascendente- che conferisce all’uomo la capacità di rapportarsi e di
relazionarsi costantemente con Dio. E’ immortale, non perisce al momento
della separazione dal corpo al momento della morte, di nuovo torna a Dio
unendosi al corpo nella risurrezione. Non s’identifica con l’anima dei
greci.
Lo Spirito rende l’uomo intelligente e
capace di costruire in piena libertà la sua vita e la sua persona di “essere
spirituale”.
Lo Spirito infuso all’uomo è privo di
specificazione: ciò vuol dire che è donato da Dio allo stato di purezza.
Esso verrà plasmato gradualmente nel corso della sua esistenza, sulla base
delle sue esperienze e all’interno della sua libertà personale.
L’uso del termine “Spirito”, soprattutto
nel Nuovo Testamento, non sempre risulta di facile interpretazione perché,
mentre in alcuni casi non sembra esservi dubbio nell’indicare l’interiorità
personale di ciascun uomo relazionata con lo “Spirito divino”, “l’alito
della vita”, quale sostanza partecipata da Dio all’uomo, in altri casi la
parola Spirito è fortemente “ideologizzata”. Infatti, nei Vangeli lo Spirito
è rapportato con Gesù Cristo poiché connesso e collegato con la sua nascita;
dal vangelo di Giovanni si può desumere che lo Spirito sostituisce Gesù dopo
la sua dipartita; lo Spirito rende nel credente operante e attivo l’ascolto
della Parola di Dio; lo Spirito guida la Chiesa e tutta la comunità dei
cristiani, rivelandosi attivo suggeritore ed elemento che dà coesione e vita
al corpo ecclesiale. |