Nei primi capitoli del libro della Genesi
Dio traccia nel volere della sua creazione un progetto di armonie alla cui
attuazione intende coinvolgere “Adam”, una figura simbolica che vista sotto
il profilo religioso rappresenta “l’uomo” di tutti i tempi. Dio inaugura il
suo progetto della creazione guidando l’azione dell’uomo costituito come suo
“partner”. Lo dota d'intelligenza per renderlo capace d’incontro con la
volontà del suo Creatore, nella prospettiva dialogica di comprendere il
‘senso’ del mondo e di proclamare la “gloria” di Dio attraverso la sua
esperienza di vita.
La Bibbia, nel presentare in un
involucro rudimentale e con una visione mitologica l’origine del mondo, pone
certamente l’autore biblico in netta opposizione con le attuali conoscenze
scientifiche. Per coerenza non dovremmo accettare come credibili queste
rappresentazioni anacronistiche riportate dalla Bibbia, e necessariamente
dovremmo rigettare in blocco il racconto della creazione. Per questo è
veramente difficile per il lettore moderno apprezzare la profondità e la
costante validità del primo libro
della Bibbia, la Genesi.
La risposta della Bibbia sulle origini dell’uomo
sicuramente non è indirizzata ad un accertamento scientifico. La Bibbia,
infatti, non intende raccontarci quando sia sorto materialmente il mondo o
quando sia apparso l’uomo sulla terra. La Bibbia, uno scritto concepito e
redatto oltre 2000 anni fa, considerato anche il livello delle conoscenze
del tempo, non poteva mai e poi mai entrare nel merito della concezione
scientifica delle origini del mondo. In effetti, il racconto biblico della
creazione va spogliato della “veste mitica” e del “linguaggio simbolico” che
lo caratterizza, per far emergere la sua verità profonda che intende
trasmettere, sicuramente non in termini scientifici quanto invece sul piano
religioso.
Da un'analisi prettamente religiosa del
racconto biblico della creazione emerge che Dio, creatore di tutte le cose,
assegna all’uomo il ruolo di gestore responsabile della natura, con il
compito di “custodire l’integrità del creato” e il “dovere di rispettare la
vita dell’uomo”, nella consapevolezza che tutte le cose create sono buone e
perfette, ed esistono in funzione dell’uomo. Dio traccia un progetto di
armonie idonee al raggiungimento del benessere, della pace e della felicità
universale dell’uomo; nello stesso tempo fissa i principi etico-morali che
l’uomo dovrà responsabilmente rispettare per corrispondere alla sapienza e
alla volontà di Dio espresse nell’opera della creazione. L’uomo, creatura
fatta da Dio, deve riconoscere la sua naturale finitezza accettando le leggi
della creazione. Egli è obbligato anche a rispettare le norme morali che
regolano l’uso della sua libertà. Per questo motivo Dio chiede all’uomo
l’abbandono filiale e la fiducia incondizionata, affinché il potere
conferito lo guidi sempre verso il bene e illumini la sua ragione nella
retta intelligenza.
Purtroppo, fin dalle origini, l’uomo tende a prescindere dal progetto che
Dio gli aveva proposto attuando, per sua libera scelta, un progetto
alternativo che lo porta ad infrangere le armonie della creazione e la sua
relazione di comunione con il Creatore. Secondo la Bibbia, in questa rottura
originaria del piano divino va ricercata la radice di tutti i mali che
insidiano le relazioni sociali tra gli uomini e attentano alla dignità della
persona.
Il racconto biblico ammonisce che la tendenza naturale dell’uomo ad una
radicale autosufficienza comporterà la punizione esemplare da parte di Dio!
|