Il testo biblico è considerato «La Sacra Scrittura», ossia il libro ispirato da Dio deputato a rappresentare il punto di riferimento autorevole delle grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo). La tradizione sia giudaica che cristiana ha sempre considerato la Bibbia un libro divino, non tanto perché contiene verità religiose, quanto perché nella sua stessa genesi letteraria è ritenuto scritto da Dio con il concorso di determinati autori umani.
La Bibbia raccoglie un arco letterario che, dopo una indefinita preistoria orale, si è cristallizzata in scritti che descrivono storie che risalgono dal X-XI° secolo a.C. fino ai Vangeli, nati in piena epoca imperiale romana. Sul piano redazionale, la prima vera raccolta di libri biblici risale al ritorno in Palestina di quel gruppo di ebrei avvenuto nel IV° secolo a.C., dopo l’esilio di Babilonia. La raccolta dei libri dei Profeti risale a circa il 200 a.C. Il
“canone” rappresenta per la religione cristiana l’elenco dei libri contenuti in questa raccolta ritenuti
“normativi” per la vita del credente. Sono divisi in due grandi sezioni chiamate <Antico
Testamento> e <Nuovo Testamento>. Nel 100 a.C. praticamente tutto l’Antico Testamento era stato redatto tale e quale noi oggi lo conosciamo. Verso la fine del I° secolo d.C. e i primi anni del II° secolo anche il Nuovo Testamento può considerarsi redatto nella stessa stesura che è arrivato a noi.
Per molti secoli i libri della Bibbia furono trascritti a mano da copisti, cosiddetti ‘amanuensi’, che talora apportarono delle varianti al testo originale. Fin dall’antichità la Bibbia fu tradotta in altre lingue. La traduzione antica più famosa è quella dei “settanta” in lingua greca, risalente ai secoli III°-II° a.C. Questo strano appellativo deriva da un’antica tradizione secondo la quale 72 dotti ebrei, in 72 giorni, tradussero in greco i primi cinque libri della Bibbia. Le prime traduzioni in latino comparvero ai tempi dell’impero romano. Per mettere ordine fra le tante traduzioni latine, verso il 400 San Girolamo pubblicò la sua traduzione chiamata
“Volgata” che ebbe un enorme successo; divenne la traduzione ufficiale in latino della Chiesa Cattolica. Durante il Rinascimento la traduzione più celebre fu quella di Martin Lutero. La prima traduzione completa cattolica dai testi originali è stata quella di Vaccari nel 1958. Oggi le versioni italiane dai testi originali sono numerose. Una speciale menzione meritano la traduzione ad opera della Conferenza Episcopale Italiana
(CEI) e la traduzione interconfessionale in lingua corrente della Alleanza Biblica Universale
(ABU).
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La Bibbia è uno dei più grandi capolavori di saggezza religiosa dell’umanità; rappresenta il documento sacro, a fondamento delle religioni monoteiste, che veicola la rivelazione scritta inviata da Dio all’umanità intera e che è principio e norma di vita. La Bibbia è considerata un grande e autorevole
“monumento religioso” che custodisce inesplorabili profondità di disegno e architettura di valori spirituali. È il libro più tradotto e più diffuso nel mondo che ha segnato la storia dell’umanità, la cultura universale, l’arte e la legislazione di molti popoli. Per le tante esigenze di una buona comprensione ha suscitato una tale mole di studi che difficilmente finiranno di investigare la materia trattata, considerandone l’enorme vastità. Durante il Medio Evo fu il testo più copiato dagli amanuensi e il testo a cui si ispirarono i massimi artisti dell’arte rinascimentale, facendovi germogliare insospettate potenzialità emotive. Fu il primo libro impresso dai torchi di Gutemberg nel 1450; la prima Bibbia Ebraica fu stampata a Venezia nel 1516. Attualmente le edizioni della Bibbia non si contano più: da una stima attendibile pare sia stata tradotta in 1600 lingue!
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La Bibbia però non rappresenta soltanto un prezioso libro religioso. Da secoli la Bibbia ha prodotto una serie incalcolabile di testimonianze attestanti che milioni di persone vi attingono come ragione e regola di vita. Nonostante luci ed ombre, fondamentalismi, letture spregiudicate e perfino scandalose, la Bibbia contiene innumerevoli pagine di umanesimo, splendidi esempi di santità e indirizzi universali di carattere etico-morale.
Sul piano dottrinale il numero di libri che compongono la Bibbia differiscono fra una religione e l’altra, e fra le varie confessioni religiose.
Per la
Religione Cattolica
i libri sono 73, divisi in 46 denominati «Antico Testamento» e 27 «Nuovo Testamento». Quanto al numero di libri che formano l’Antico Testamento, i cristiani vi includono i libri “Deuteronimici”, libri che invece vengono esclusi dai protestanti. Tradizionalmente all’interno dei 46 libri è possibile cogliere una struttura ripartibile in tre grandi sezioni: 1°) Libri storici, che si distinguono per il loro radicamento nel racconto e nella narrazione, per tutto ciò che attiene alla vita e alle tradizioni storiche e popolari. 2°) Libri profetici, in cui vengono proposte le diverse forme di predicazione dei singoli profeti. 3°) Libri sapienziali, che attingono alla cultura del tempo per attestare la Verità di Dio.
La
Bibbia ebraica
comprende 39 libri, respinge in toto il Nuovo Testamento, riconosce solo l’Antico Testamento, ritenendo che le promesse racchiuse in esso non siano ancora realizzate visibilmente nel tempo.
L’Islam, infine, pur attingendo al concetto di Dio unico rivelato dalla Bibbia, si distingue nettamente dalla religione cattolica ed ebraica. Pur accettando quali figure profetiche Abramo, Mosè e Gesù, la dottrina islamica si riconosce solo in Maometto, considerato come l’ultimo dei profeti al quale Dio (Allah) avrebbe rivelato la sua parola raccolta nel ‘Corano’, che è l’unico libro di riferimento e a fondamento della religione islamica.
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