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APPRENDIMENTO DI BASE: Dio si rivela all’uomo per mezzo della sua “Parola”, in grado di illuminarlo nella ricerca del senso della vita, del “come vivere” e del “perché vivere”. La sua “Parola”, rivelata agli uomini di diverse generazioni, veicola un messaggio trascendente per un progetto di vita unico e universale. La “Rivelazione” è un progetto che si esplicita nella storia dell’uomo, donato gratuitamente da Dio, aperto alla conoscenza di tutti. La “Rivelazione”, inquadrata nell’economia di un lungo piano di recupero operato da Dio nel corso della storia, esprime la manifestazione di un Dio che esce dal suo mistero per incontrare l'uomo, ma implica necessariamente una risposta di adesione alla sua chiamata. La Bibbia esclude una conoscenza di Dio derivante dalla meditazione dell’uomo ripiegato su se stesso, o dalla riflessione mediata dalla ragione, o attraverso tecniche ascetiche e contemplative, o mistiche. La Bibbia avverte in modo chiaro che l’uomo da solo non è in grado di poter decidere della sua esistenza, che necessariamente deve passare attraverso la ‘chiamata di Dio’. L’uomo, in ogni caso, è libero di autodeterminare il proprio destino, può accettare la chiamata di Dio come può rifiutarla.
APPROFONDIMENTO: La Bibbia non costituisce soltanto il ricordo di una storia di fede passata. Tutt’altro, la Bibbia si presenta come un libro dove Dio nella sua infinita sapienza si è rivelato parlando agli uomini come ad amici, con un appello costante e insistente che si esplicita nella volontà di trasmettere un messaggio vitale, mirante ad esprimere il senso dell’esistenza di ognuno di fronte a Dio. Il racconto biblico sostanzialmente veicola
norme etico-morali che, nonostante erano rivolte ad uomini di circa 2000 anni fa, in realtà rimangono
sempre attuali, e sono in grado di rappresentare indirizzo universale e norma esistenziale ancora validi ai nostri giorni.
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La “Parola” è l’espressione originale dell’auto-rivelazione di Dio, in grado di illuminare la storia e la strada dell’uomo alla ricerca del senso della vita, del ‘come’ vivere e del ‘perché’ vivere.
La “Parola” divina, fatta linguaggio umano, è lo strumento utilizzato da Dio per comunicare all’uomo il suo messaggio e fornire la conoscenza necessaria per portare a compimento il suo progetto di salvezza dopo la caduta dei progenitori, i quali permisero che il male entrasse nel mondo.
La “Parola” rivelata ad uomini di diverse generazioni, assumendo i modi di esprimersi delle diverse culture che si intrecciano dall’XI°- X° secolo a.C. al I° secolo d.C., veicola un messaggio trascendente per un progetto di vita unico e universale, che può rispondere e adattarsi alle esigenze di vita dell’uomo di ogni cultura, di ogni generazione e di ogni luogo della terra. In definitiva,
Dio chiama l’uomo per invitarlo alla comunione di vita con lui, per seguire un percorso di conversione che si concretizza in un’azione in grado di toccare l’intimo della persona per un processo, grazie al quale, l’uomo e l’intero creato vengono rigenerati a vita nuova.
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Ma, se da un lato la Rivelazione esprime la manifestazione di un Dio che offre agli uomini una perenne manifestazione di sé nelle cose create, di un Dio che esce dal suo mistero per incontrare l’uomo, dall’altro lato lo stesso Dio
attende una risposta di adesione alla sua chiamata. Una persona raggiunta da questo appello, mirante ad esprimere il senso della sua esistenza di ognuno di fronte a Dio, non può rimanere indifferente o neutrale. Egli si ritrova nella situazione di dover prendere posizione e fare una scelta di campo, per decidere se aderire o no all’offerta di un progetto di vita che lo coinvolge personalmente. Secondo la Bibbia l’uomo è arbitro del proprio destino, rimane libero di autodeterminare la propria vita: può accettare la chiamata che proviene da Dio, come può rifiutarla.
La Bibbia in modo chiaro però avverte che l’uomo da solo non è in grado di decidere autonomamente della sua esistenza, perché
Dio, Creatore e Padre, artefice trascendente della storia, nella sua infinita bontà e amore
guida la vita dell’uomo. L’uomo, con le sue sole forze della ragione, anche se può percepire la presenza di Dio attraverso la natura o tramite le sue opere, non potrà mai arrivare da solo al concetto di
“Rivelazione divina”:
■La “Rivelazione” non rappresenta né un evento intellettuale, né una teoria del divino, né un discorso rivolto a pochi adepti.
■La “Rivelazione” divina non è un fatto astratto o un evento atemporale.
■La “Rivelazione” è un progetto che si esplicita nella storia dell’uomo, donato gratuitamente da Dio, aperto alla conoscenza di tutti, a patto che la persona si ponga in un atteggiamento di disponibilità e nello stato d’animo di ascolto della sua “Parola”.
■La “Rivelazione” va quindi inquadrata nell’economia di un lungo piano di recupero operato da Dio nel corso della storia. Attraverso la sua “Parola”, dopo che la tragica vicenda delle origini dell’umanità provocò il distacco violento dell’uomo,
Dio offre la via della salvezza e una speranza.
Vista sotto questo aspetto, la Bibbia si può definire anche come “Storia dell’amore di Dio che
salva”. Tutto questo spiega perché la Bibbia dia tanto spazio alla storia e ai racconti ritenuti rivelatori di un disegno, mentre esclude una conoscenza profonda e completa di Dio derivante dalla meditazione dell’uomo ripiegato su se stesso, come la semplice riflessione mediata dalla ragione, o attraverso tecniche ascetiche e contemplative, o mistiche. La conoscenza della volontà di Dio esclude ogni pretesa di razionalità, né è riconducibile ad un fatto puramente astratto o passivo: essa si esplicita attraverso una serie di ‘decisioni pratiche’ che si traducono dinamicamente in una scelta di vita personale.
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