LA STORIA DELLA SALVEZZA
IL
“PIANO SALVIFICO DI DIO” SI REALIZZA GRADUALMENTE, SECONDO UNA
SAGGEZZA CHE RISPETTA UN LUNGO PROCESSO DI MATURAZIONE.
Le “grandi
tappe” che sul piano storico-temporale-religioso
delineano il “PIANO
DELLA SALVEZZA” messo
in atto da Dio per ricondurre l’uomo a sé dopo la caduta nel
peccato originale, sotto un profilo prettamente didattico, si
possono schematizzare in: a)
la chiamata di Abramo e della sua discendenza rappresentata dal
popolo d’Israele; b) la rivelazione a Mosè; c)
l’invio dei Profeti e dei Sapienti; d)
la venuta sulla terra di Gesù, il Figlio di Dio; e) i primi evangelizzatori e la comunità dei credenti.
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TAPPA
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2°) La seconda fase della Storia della
Salvezza corrisponde storicamente all’uscita dall’Egitto
(Esodo) e alla permanenza nel deserto che culmina
nell’evento dell’alleanza del Sinai. In quel periodo
Israele sembra aver percepito la presenza in assoluto più
alta del suo Dio; è allora che ha cominciato a coagularsi
come popolo di Dio. Sul monte Sinai Dio chiama Mosè
per instaurare un’alleanza privilegiata. ‘Pietrifica’
la sua Parola in un testo scritto: è la sua “Legge”,
dove fissa i principi morali, etici e religiosi a cui dovrà
attenersi il suo popolo eletto. Dio si rivela
misteriosamente a Mosè nella sua “UNICITÀ”, dicendo
“IO SONO”. Dietro questa affermazione si nasconde |
l’immagine
più viva del Dio vero: colui che governa l’armonia fra
l’essere e il nulla, colui che regge l’equilibrio
storico tra bene e male. Dietro questa suggestiva scena
teofanica si manifesta il Dio vivente, inafferrabile
all’intelletto umano ma sempre vicino all’uomo, e che
vuole restare in dialogo incessante con lui. È il Dio che
con realismo parla non solo della grandezza ma anche della
miseria umana. È il Dio che parla dell’uomo che, se
lasciato al suo essere naturale, tende ed è incline al
male. Infatti, nel corso della storia, la povertà e le
debolezze insite nella natura umana impediranno la piena
accoglienza del piano salvifico proposto da Dio.
Durante questa fase Israele appare citato per la prima volta
in un documento profano, la stele del faraone Mernephtah,
scoperta nel 1896 a Tebe e databile tra il 1230 e il 1219
a.C. “Devastato è Israele, esso è senza seme”.
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TAPPA –
3°) Nel
corso della storia le debolezze insite nella natura umana
impediranno la piena accoglienza del piano salvifico proposto
da Dio. Ma Dio non abbandona mai i suoi figli, cerca sempre in
tutti i modi di accompagnare il popolo che ha scelto in un
cammino di conversione-redenzione. Si serve dei Profeti
per scuotere le coscienze inaridite degli uomini e per
leggere la storia dell’uomo alla luce della fede. Il profeta
è un uomo scelto da Dio, la cui autorevolezza risiede proprio
nel fatto che essa non discende da una iniziativa umana o
personale, ma da una chiamata di Dio.
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Tutto
ciò a garanzia che la parola annunciata dal profeta non è la
sua: è Dio che parla. Nel denunciare le incomprensioni e la
sfiducia nelle sue promesse da parte del popolo che aveva
scelto all’alleanza, tenta di chiamarlo alla conversione e
di aiutarlo a ritrovare gli splendidi orizzonti divini
perduti. Con l’annuncio dei profeti viene rivelato il vero
volto di un Dio in cammino con il suo popolo che sta
predisponendo il terreno per portare a compimento il suo
progetto.Attraverso i Sapienti, servendosi dell’esperienza umana, entra in dialogo con
la ragione e l’esperienza culturale di un popolo.
Diversamente dai profeti, i sapienti non presentano la loro
dottrina come il risultato di una rivelazione divina diretta.
Essi fanno appello alla riflessione, all’intelligenza e
all’esperienza per attestare la Verità di Dio. Gettando un
ponte fra fede e ragione, fra rivelazione ed esperienza, fra
sapienza universale e storia della salvezza, Dio cerca di far
conoscere l’uomo a se stesso, in attesa della Nuova Alleanza
che verrà conclusa e realizzata da Cristo e con Cristo.
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TAPPA –
4°)
La Storia della Salvezza iniziata da
Dio rivelandosi al popolo d’Israele continua e acquista
completezza nell’incarnazione nel Figlio Gesù,
detto il Cristo. È l’amore incessante di Dio per l’uomo,
ridotto in una condizione tale da non poter raggiungere la
salvezza da solo, a indurre Dio ad inviare sulla terra il
proprio Figlio Unigenito. Viene così data agli uomini
l’opportunità di essere liberati dal peccato e dalla
schiavitù demoniaca, e offrire gli strumenti idonei per
comprendere, resistere ed opporsi al male di fondo che
serpeggia nella natura umana.
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Ora
Dio “escogita” un atto che si pone al di fuori di
qualsiasi previsione: entra ‘direttamente’ nella storia
dell’uomo, dando inizio ad un nuovo dialogo con l’umanità.
Dio, incarnandosi nel Figlio Gesù, giunge sulla terra per
parlare agli uomini in prima persona, mostrando concretamente
il suo amore universale per l’umanità. In Gesù e con Gesù
si svela tutta la Verità di Dio, la verità dell’uomo e il
senso della storia.Nell’espressione delle vicende
della vita terrena di
Gesù, e nelle conseguenti incomprensioni che da esse ne
derivarono culminate nella sua morte e risurrezione, il
“Piano Salvifico” di Dio raggiunge il suo vertice ed
assume concretezza e valenza universale. In Gesù è Dio
stesso che si china sull’uomo peccatore, rannicchiato nelle
sue miserie, prigioniero dell’ipocrisia e del legalismo
religioso. Facendosi uguale in tutto e per tutto alla natura
umana, come un servo riabbraccia l’umanità peccatrice;
spogliandosi di tutto, sale nudo su una croce dove vi troverà
la morte. Là sulla croce Dio appare impotente e disarmato,
apparentemente sconfitto, ma il suo gesto sacrificale serve a
far capire ad ogni uomo di essere sicuramente per Dio un
figlio amato.
In
Gesù morto e risorto
il progetto della Rivelazione acquista allora piena visibilità
nella volontà di Dio di chiamare a sé gli uomini in una
reciproca comunione d’amore per un progetto di vita
universale che li rendi partecipi alla Sua natura divina, pur
nella consapevolezza che la ‘Via per la Salvezza’ si
conquista attraverso il cammino della croce. Solo ora saranno
vinti definitivamente il peccato e la morte.
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