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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



 LA STORIA DELLA SALVEZZA

 

IL “PIANO SALVIFICO DI DIO” SI REALIZZA GRADUALMENTE, SECONDO UNA SAGGEZZA CHE RISPETTA UN LUNGO PROCESSO DI MATURAZIONE.
 

Le “grandi tappe” che sul piano storico-temporale-religioso delineano il “PIANO DELLA SALVEZZA” messo in atto da Dio per ricondurre l’uomo a sé dopo la caduta nel peccato originale, sotto un profilo prettamente didattico, si possono schematizzare in: a) la chiamata di Abramo e della sua discendenza rappresentata dal popolo d’Israele; b) la rivelazione a Mosè; c) l’invio dei Profeti e dei Sapienti; d) la venuta sulla terra di Gesù, il Figlio di Dio; e) i primi evangelizzatori e la comunità dei credenti.
 

TAPPA – 1°) Dopo aver delineato l’evento della creazione e la situazione dell’umanità dopo la disubbidienza dei progenitori, che costituì la causa primaria dell’entrata del male nel mondo, il racconto biblico sottolinea l’instancabile ricerca dell’uomo da parte di Dio. In particolare, i primi libri della Bibbia concentrano l’attenzione sulla chiamata di Abramo, verso il 1850 a.C., per farne testimone della sua unicità in cambio della promessa di una prole numerosa e di una terra in cui dimorare. Sul piano teologico,

con la vocazione di Abramo, Dio separa Israele dalle popolazioni corrotte del tempo e instaura un patto di alleanza con la sua discendenza, cioè il popolo di Israele, su cui Dio ripone tutte le sue promesse e le sue aspirazioni.
Questa prima fase della Storia della Salvezza raccoglie l’oscuro e arcaico ‘periodo patriarcale’ (1850-1700 a C.). Di esso l’archeologia ha confermato i dati generali della vita seminomade di quel periodo e li ha trovati corrispondenti al modello sociologico del Vicino Oriente agli inizi del II millennio a.C.
        

TAPPA 2°) La seconda fase della Storia della Salvezza corrisponde storicamente all’uscita dall’Egitto (Esodo) e alla permanenza nel deserto che culmina nell’evento dell’alleanza del Sinai. In quel periodo Israele sembra aver percepito la presenza in assoluto più alta del suo Dio; è allora che ha cominciato a coagularsi come popolo di Dio. Sul monte Sinai Dio chiama Mosè per instaurare un’alleanza privilegiata. ‘Pietrifica’ la sua Parola in un testo scritto: è la sua “Legge”, dove fissa i principi morali, etici e religiosi a cui dovrà attenersi il suo popolo eletto. Dio si rivela misteriosamente a Mosè nella sua “UNICITÀ”, dicendo “IO SONO”. Dietro questa affermazione si nasconde 

l’immagine più viva del Dio vero: colui che governa l’armonia fra l’essere e il nulla, colui che regge l’equilibrio storico tra bene e male. Dietro questa suggestiva scena teofanica si manifesta il Dio vivente, inafferrabile all’intelletto umano ma sempre vicino all’uomo, e che vuole restare in dialogo incessante con lui. È il Dio che con realismo parla non solo della grandezza ma anche della miseria umana. È il Dio che parla dell’uomo che, se lasciato al suo essere naturale, tende ed è incline al male. Infatti, nel corso della storia, la povertà e le debolezze insite nella natura umana impediranno la piena accoglienza del piano salvifico proposto da Dio.
Durante questa fase Israele appare citato per la prima volta in un documento profano, la stele del faraone Mernephtah, scoperta nel 1896 a Tebe e databile tra il 1230 e il 1219 a.C. “Devastato è Israele, esso è senza seme”.
           

TAPPA 3°) Nel corso della storia le debolezze insite nella natura umana impediranno la piena accoglienza del piano salvifico proposto da Dio. Ma Dio non abbandona mai i suoi figli, cerca sempre in tutti i modi di accompagnare il popolo che ha scelto in un cammino di conversione-redenzione. Si serve dei Profeti per scuotere le coscienze inaridite degli uomini e per leggere la storia dell’uomo alla luce della fede. Il profeta è un uomo scelto da Dio, la cui autorevolezza risiede proprio nel fatto che essa non discende da una iniziativa umana o personale, ma da una chiamata di Dio. 

Tutto ciò a garanzia che la parola annunciata dal profeta non è la sua: è Dio che parla. Nel denunciare le incomprensioni e la sfiducia nelle sue promesse da parte del popolo che aveva scelto all’alleanza, tenta di chiamarlo alla conversione e di aiutarlo a ritrovare gli splendidi orizzonti divini perduti. Con l’annuncio dei profeti viene rivelato il vero volto di un Dio in cammino con il suo popolo che sta predisponendo il terreno per portare a compimento il suo progetto.Attraverso i Sapienti, servendosi dell’esperienza umana, entra in dialogo con la ragione e l’esperienza culturale di un popolo. Diversamente dai profeti, i sapienti non presentano la loro dottrina come il risultato di una rivelazione divina diretta. Essi fanno appello alla riflessione, all’intelligenza e all’esperienza per attestare la Verità di Dio. Gettando un ponte fra fede e ragione, fra rivelazione ed esperienza, fra sapienza universale e storia della salvezza, Dio cerca di far conoscere l’uomo a se stesso, in attesa della Nuova Alleanza che verrà conclusa e realizzata da Cristo e con Cristo.
           

TAPPA 4°) La Storia della Salvezza iniziata da Dio rivelandosi al popolo d’Israele continua e acquista completezza nell’incarnazione nel Figlio Gesù, detto il Cristo. È l’amore incessante di Dio per l’uomo, ridotto in una condizione tale da non poter raggiungere la salvezza da solo, a indurre Dio ad inviare sulla terra il proprio Figlio Unigenito. Viene così data agli uomini l’opportunità di essere liberati dal peccato e dalla schiavitù demoniaca, e offrire gli strumenti idonei per comprendere, resistere ed opporsi al male di fondo che serpeggia nella natura umana. 

Ora Dio “escogita” un atto che si pone al di fuori di qualsiasi previsione: entra ‘direttamente’ nella storia dell’uomo, dando inizio ad un nuovo dialogo con l’umanità. Dio, incarnandosi nel Figlio Gesù, giunge sulla terra per parlare agli uomini in prima persona, mostrando concretamente il suo amore universale per l’umanità. In Gesù e con Gesù si svela tutta la Verità di Dio, la verità dell’uomo e il senso della storia.Nell’espressione delle vicende della vita terrena di Gesù, e nelle conseguenti incomprensioni che da esse ne derivarono culminate nella sua morte e risurrezione, il “Piano Salvifico” di Dio raggiunge il suo vertice ed assume concretezza e valenza universale. In Gesù è Dio stesso che si china sull’uomo peccatore, rannicchiato nelle sue miserie, prigioniero dell’ipocrisia e del legalismo religioso. Facendosi uguale in tutto e per tutto alla natura umana, come un servo riabbraccia l’umanità peccatrice; spogliandosi di tutto, sale nudo su una croce dove vi troverà la morte. Là sulla croce Dio appare impotente e disarmato, apparentemente sconfitto, ma il suo gesto sacrificale serve a far capire ad ogni uomo di essere sicuramente per Dio un figlio amato.
In Gesù morto e risorto il progetto della Rivelazione acquista allora piena visibilità nella volontà di Dio di chiamare a sé gli uomini in una reciproca comunione d’amore per un progetto di vita universale che li rendi partecipi alla Sua natura divina, pur nella consapevolezza che la ‘Via per la Salvezza’ si conquista attraverso il cammino della croce. Solo ora saranno vinti definitivamente il peccato e la morte.
         

TAPPA – 5°) Grazie alla nuova fede suggellata da Gesù, sorge una nuova comunità cristiana rinnovata nello Spirito, chiamata ad essere testimone e strumento di unione intima con lui. All’indomani della Risurrezione, Gesù aiuta i suoi discepoli a rileggere tutta la sua vita e la sua predicazione finalizzata all’annuncio della “Buona Novella”. Il dono dello Spirito elargito da Gesù, prima del suo ritorno al Padre, rivela il senso profondo delle cose e guida i primi passi degli Apostoli. L’annuncio del Vangelo esce dagli stretti confini d’Israele per toccare i diversi punti dell’impero romano e raggiungere tutti i popoli della terra.

Gli apostoli e i primi evangelizzatori, sotto la spinta delle prime persecuzioni, per mantenere i contatti con comunità lontane indirizzano lettere di incoraggiamento e di chiarimento per sostenere la fede e la speranza dei cristiani, messi a dura prova dalle forti opposizioni sorte inizialmente all’annuncio del Vangelo.

 

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