APPRENDIMENTO DI BASE: Dio
nella sua infinita sapienza non ha abbandonato a se stesso ciò che aveva
liberamente creato. Costituisce l’uomo come suo partner, come
collaboratore e amministratore. Lo dota d'intelligenza per renderlo capace
d’incontro con la volontà del suo Creatore affinché la creazione, uscita
dalle mani di Dio non interamente compiuta, vada completata e portata
verso il raggiungimento della perfezione ultima. L’uomo non è né
spettatore né semplice fruitore. Plasmato ad immagine e somiglianza di
Dio, è il destinatario della creazione; ora è chiamato a custodire
un’eredità che gli è stata affidata, con il compito di comprendere il
‘senso’ del mondo e di proclamare la ‘gloria’ di Dio attraverso la sua
esperienza di vita.
APPROFONDIMENTO: Nell’evento della creazione appare subito sovrana la
figura dell’uomo, un certo ‘Adam’, sicuramente un nome simbolico la cui
traduzione dall’ebraico significa “l’uomo”. Dio nella sua sapienza
infinita non ha abbandonato a se stesso ciò che aveva liberamente creato.
Nella sua primaria intenzione ‘distribuisce’ alle sue stesse creature
tutte le cose create e, nello stesso tempo, le chiama a cooperarlo
affinché la creazione, uscita dalle sue mani non interamente compiuta,
andasse completata e portata verso la ‘perfezione ultima’. Stabilisce che
le sue creature intelligenti, chiamate a dominare la terra, devono tendere
alla loro piena realizzazione verso il fine ultimo che è quello di
proclamare “la gloria” del Regno di Dio.
Per attuare il suo disegno Dio pone l’uomo al centro della creazione e lo
rende partecipe alla costruzione del grande capolavoro cosmico. Per questo
lo dota d’intelligenza per renderlo libero e capace d’incontro con la
volontà del suo Creatore. Instaura con l’uomo un rapporto di
collaborazione che sul piano etico si traduce nel comandamento divino che
sollecita la sua responsabile decisione. Stabilisce un patto di alleanza a
tutela delle armonie primordiali del creato: tra l’uomo e il creato, tra
l’uomo e il suo simile, tra l’uomo e il suo Creatore. Dio assegna all’uomo
un ruolo centrale nella prospettiva dialogica dell’alleanza, affidandogli
la tutela e la custodia della sua creazione in tutta la sua bellezza e
ricchezza, in tutta la sua varietà e diversità, in tutto il suo ordine, in
vista del raggiungimento della ‘perfezione ultima’. Nel progetto divino
l’uomo non è né spettatore né semplice fruitore. Dio, nel costituire
l’uomo come suo “partner”, gli assegna un ruolo di cooperazione e un
compito da svolgere, e lo invita a rimanere in sintonia e in uno stato di
dialogo incessante con il suo Creatore, affinché il potere conferito lo
possa guidare sempre verso il bene e illumini la sua ragione nella retta
via, nella prospettiva dialogica di comprendere il ‘senso’ del mondo
attraverso la sua esperienza di vita. |