(da Gen 4, 3-26)
Dopo un certo tempo, Caino offrì alcuni frutti della
terra in sacrificio al Signore; anche Abele portò primogeniti
del suo gregge e ne offrì le parti migliori. Il Signore gradì
Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta.
Caino si irritò e rimase col volto abbattuto. Il Signore allora
disse a Caino: Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo
volto? Se agisci bene, il tuo volto tornerà sereno. Ma se non
agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta, il tuo
istinto prenderà il sopravvento su di te. Ma tu devi dominarlo.
Un giorno, mentre Caino e Abele erano insieme in campagna, Caino
si scagliò contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il
Signore chiese a Caino: dov’è Abele, tuo fratello? Egli rispose:
Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello? Ma che hai
fatto, riprese il Signore: La voce del sangue di tuo fratello mi
chiede giustizia dal suolo! Ora tu sia maledetto, respinto dalla
terra bagnata dal sangue di tuo fratello che hai ucciso. Quando
la coltiverai, essa non ti darà più i suoi prodotti; sarai
vagabondo e fuggiasco sulla terra. Caino disse al Signore:
Troppo grande è la mia colpa per ottenere il perdono? Come potrò
sopportarlo? Ecco tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi
dovrò nascondere lontano da te e chiunque mi incontrerà potrà
uccidermi. Ma il Signore gli rispose: No, chi ucciderà Caino
sarà punito sette volte più severamente! Il Signore impose a
Caino un segno perché chiunque l’incontrasse non doveva
ucciderlo. Caino andò ad abitare nel paese di Nod, ad oriente di
Eden, lontano dal Signore.
Caino si unì a sua moglie che partorì un figlio chiamato Enoch;
poi divenne costruttore di una città. Dalla sua discendenza
nacque Iared che a sua volta generò Matusalemme, che a sua volta
generò Lamech che, a sua volta generò un figlio e lo chiamò Noè.
Lamech prese due mogli, alle quali disse: Per una ferita
ricevuta ho ucciso un uomo e per un livido un ragazzo. Se Caino
deve essere vendicato sette volte, Lamech lo sarà settantasette
volte.
COMMENTO AL TESTO: Inizia una nuova storia, si apre la
nuova avventura terrena dell’uomo che con la sua libertà ha
voluto decidere da sé quale sia il bene e quale il male. Il
primo frutto della ribellione contro Dio è la contrapposizione
dell’uomo contro l’uomo, contrariamente alla legge di Dio che
imponeva il rispetto del prossimo. L’uomo si allontana da Dio e
subito la violenza dilaga. Caino e Abele offrono i prodotti del
loro lavoro a Dio, il quale però preferisce il sacrificio
offerto da Abele che, diversamente da Caino, aveva offerto di
cuore le parti migliori. Scatta la gelosia di Caino che si
tramuta in odio verso il fratello. Il Signore lancia un momito a
Caino: alla portata di ogni uomo c’è in agguato il sepente
tentatore, pronto a indurre nel peccato. L’uomo con la sua
libera decisione può dominarlo, ma anche Caino cede alla
tentazione. Si consuma il primo omicidio della storia umana,
emblema di tutta la catena di sangue che attraverserà nei secoli
l’umanità. Allora Dio incalza Caino chiedendogli notizie del
fratello Abele. Caino cerca di sottrarsi nel dare una risposta,
mentendo e rifiutando ogni legame con il fratello. Scatta la
sentenza di maledizione: il delitto di Caino ha spezzato
l’armonia della famiglia e della società. La conseguenza sarà la
condanna alla vita errante, fuori dal terreno che coltivava. Ora
Caino si sente solo e isolato, emarginato e senza la protezione
della famiglia. Scopre di essere in rotta con Dio e con gli
uomini. Caino dunque se ne va, ramingo e fuggiasaco. Dio dopo
averlo condannato non l’abbandona al suo destino, ma lo tutela
sotto la sua suprema giurisdizione a cui appartengono tutte le
vite, anche quelle dei malvagi. Infatti Caino riceve da Dio
stesso un segno di protezione, “chiunque l’incontrasse non
doveva ucciderlo”. Dopo aver errato senza meta, costruisce la
prima città e dà inizio con la sua discendenza alla civiltà
urbana. L’autore biblico vede in Caino, con una punta di
pessimismo, l’antenato di coloro i quali iniziano l’avventura
sociale dell’uomo che, nel sovvenire alle comodità e ai piaceri
della vita sociale, facilmente è portato a dimenticarsi di Dio
Creatore.
In Lamech, che introduce la poligamia, l’autore biblico
impersona l’esaltazione della violenza radicale nella sua
spirale inarrestabile: se si riceve una ferita, si deve reagire
uccidendo senza pietà. Per Lamech la vendetta non deve conoscere
limiti.
In questo passo della Bibbia traspare per la prima volta con
chiarezza il concetto di “libera scelta”, un tema che d’ora in
avanti caratterizzerà tutta la narrazione biblica. Sarà attorno
alla libertà individuale che Dio incentrerà i rapporti con
l’uomo nel corso della Storia della Salvezza, ed è attraverso le
sue libere scelte che l’uomo deciderà da sé il suo destino
personale.
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