(da Gen 6, 1-7)
Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla
terra e nacquero loro delle figlie, i figli di Dio videro che le
figlie degli uomini erano belle e si scelsero quelle che
vollero. Il Signore vide che la malvagità degli uomini era
grande sulla terra, i loro pensieri erano di continuo rivolti al
male, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla
terra e tutti avevano imbroccato la via della violenza. Allora
il Signore disse: Il mio Spirito non resterà a lungo nell’uomo
perché egli è carne fragile. La sua vita avrà un limite di
centoventi anni. E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo
sulla terra, e se ne addolorò, tanto che disse: Sterminerò dalla
terra quest’uomo che ho creato e insieme a lui anche il
bestiame, i rettili e gli uccelli del cielo.
COMMENTO AL TESTO: “Il Signore si pentì di aver fatto
l’uomo!”. Con queste parole dai toni drammatici la Scrittura
fa esprimere alla maniera umana la “collera di Dio”, per farci
comprendere quanto Egli detesti il male e il peccato. Dio,
all’atto della creazione, aveva inneggiato per ben sette volte
alla bellezza della sua creazione. Ora osserva la malvagità
umana e il dilagare del male. L’illusione umana di poter
diventare come Dio ancora una volta è frustrata, eppure l’uomo
continua nella sua ostinazione. Il testo biblico mette in
evidenza la perversità acquisita dagli uomini lasciati al loro
libero arbitrio dopo il peccato originale, in modo così ostinato
da far dire a Dio di essersi pentito di aver creato l’uomo e per
questo di volerlo sterminare. L’espressione testuale “il mio
Spirito non resterà a lungo nell’uomo”, oltre a mettere in
evidenza la collera di Dio, ribadisce la caratteristica
dell’essere umano fatto di ‘carne’ legato al tempo, e di
‘Spirito’ legato a Dio. Conferma il concetto che è lo Spirito ad
animare la fragilità del corpo e dà la vita. Senza lo Spirito
esiste solo la morte. La frase successiva, “la sua vita avrà un
limite di centoventi anni”, contrasta con i 969 anni di
Matusalemme e alle centinaia di anni dei personaggi citati nel
capitolo precedente. La punizione inflitta da Dio è volta anche
a limitare nel tempo e nello spazio la vita dell’uomo.
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