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IL LIBRO DELLA GENESI - IL PECCATO ORIGINALE
 
 
41 - DIO RISTABILISCE L'ALLEANZA CON NOE' E CON L'UMANITA'
 
(da Gen 9, 1-28)
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, popolate e dominate la terra. Tutti gli animali della terra sono messi in vostro potere, potete disporre per cibarvi di quanto si muove e ha vita. Vi do tutto questo, come già vi ho dato le verdi erbe e le piante. Soltanto non mangerete la carne con il suo sangue: perché nel sangue c’è la vita. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io ne domanderò conto ad ogni essere vivente, e punirò ogni uomo che ha ucciso un altro uomo: ‘chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo’. Poi Dio disse a Noè e ai suoi figli: Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi e con ogni essere vivente intorno a voi: uccelli, bestiame e bestie selvatiche, quelli che sono usciti dall’arca e quelli che vivranno in futura sulla terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra. Dio aggiunse: Questo è il segno dell’alleanza che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi e per tutte le loro generazioni: ho messo il mio arco fra le nubi ed esso sarà il segno dell’impegno che ho preso verso il mondo. Quando comparirà fra le nubi l’arcobaleno io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive sulla terra. Dopo il diluvio Noè visse trecentocinquanta anni. Quando morì aveva novecentocinquanta anni.

COMMENTO AL TESTO
: Dio non è punitore, perché il disegno di Dio è quello di ristabilire l’ordine originario della creazione. L’autore biblico ricorre alla metafora dell’ira e del castigo di Dio per fare risaltare l’iniquità e il peccato dell’uomo di fronte al dilagare di una società anti-divina che si autocondanna alla rovina. Dio auspica il pentimento e la conversione per permettere all’uomo di sintonizzarsi con la misericordia divina e di reintegrarsi nell’ordine primordiale. Alla nuova umanità Dio riserva la stessa benedizione delle origini. Ora l’uomo potrà cibarsi anche degli animali, ma con la riserva di astenersi dalla carne con il sangue. Sulla scia di questa frase Israele imporrà nella legge di Mosè di non mangiare il sangue, simbolo della vita. L’autore sacro con questo vuole esaltare il primato assoluto di Dio sulla vita: l’uomo porta in sé il sigillo stesso di Dio ed è per questo che la sua esistenza, simboleggiata nel sangue, è affidata solo al Creatore.
Noè rappresenta la radice dell’uomo nuovo purificato dal peccato originale. La benedizione manifesta la grazia divina che si effonde e dà origine all’uomo nuovo. Noè diventa il capostipite dell’umanità che ricomincia, e Dio rinnova a lui le stesse benedizioni date al capostipite Adamo. La trama del male è cancellata dalla grazia divina che elide la maledizione del suolo. Alla benedizione si aggiunge l’alleanza tra Dio e Noè, con l’ impegno da parte di Dio di solidarietà e di salvezza, e con la promessa di tutelare per sempre la sua creazione, anche se in essa talora dovesse affiorare il male.

L’arcobaleno diventa il segno visibile della promessa di Dio nei confronti di Noè, dei suoi discendenti e degli animali usciti dall’arca, e quindi per l’umanità tutta.
L’arcobaleno è l’emblema della pace che sta per rinascere tra Dio e l’uomo. La giustizia ha fatto il suo corso, ora verrà il tempo del perdono.
 
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