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APPRENDIMENTO DI BASE:Gli autori biblici nel raccontare, gli uni indipendentemente dagli altri, le vicende storiche dei popoli mesopotamici, svilupparono inconsapevolmente un progetto spirituale-religioso con un unico tema dominante - “La Salvezza dell’Uomo” - , un originale progetto spirituale, coerente nei minimi particolari e incredibilmente perfetto sul piano teologico. È stupefacente rilevare la coerenza e l’unità teologica del modello religioso che attraversa tutta la Bibbia, ed è impensabile che tutto questo possa essere stato il frutto di un evento casuale o il risultato di una mistificazione. Sicuramente nessuna mente umana poteva mai essere in grado di portare avanti nel corso di secoli un piano religioso di tale portata e così complesso, piano che invece sembra evolvere progressivamente in chiave teologica, sotto l’attenta e misteriosa regia occulta di una mente superiore.
APPROFONDIMENTO: Il filo conduttore stesso di
tutta la narrazione biblica, analizzato alla luce della
“Progressività della Rivelazione”, pur
scorrendo nascosto fra diversificazioni di ogni genere, contraddizioni e
condizionamenti socio-culturali, paradossalmente costituisce la
‘chiave di lettura’ che dà credibilità al
messaggio spirituale contenuto nella Bibbia. Questo, pur identificandosi con
il cosiddetto “Piano” dettato da una sola
persona, cioè da Dio, in realtà è il frutto della narrazione di innumerevoli
autori appartenenti a civiltà diverse e a culture lontane fra loro nel
tempo. Gli uni indipendentemente dagli altri, narrando le vicende storiche
dei popoli mesopotamici e del Vicino Oriente, nel raccontare la loro storia,
i loro usi, i costumi e le loro tradizioni, sviluppano inconsciamente un ‘progetto
spirituale’ che, partendo da molto lontano nel tempo e nello spazio,
evolve lentamente in chiave teologica nel corso dei secoli (circa 1500
anni), con incredibile coerenza e senza alcuna sbavatura, in un crescendo
teologico che, a dir poco, ha dello stupefacente.
Come abbiamo già affermato in precedenza, i molti e svariati autori
appartenenti a civiltà e a culture diverse, i tanti e differenti generi
letterari che caratterizzano la struttura letteraria e narrativa del
testo biblico, inevitabilmente conferiscono al racconto biblico incoerenze e
contraddizioni, soprattutto dal punto di vista storico-narrativo. È chiaro
quindi che, nel caso particolare della Bibbia, il metodo d’indagine
razionale generalmente utilizzato per l’analisi degli eventi storici, in
questo specifico caso non è applicabile. Analizzando, infatti, da un ‘punto
di vista teologico’ il filo conduttore del testo biblico nelle sue
linee essenziali, rileviamo che esso descrive il dramma della salvezza
offerta a più riprese all’uomo dopo la creazione, a causa della caduta dei
progenitori Adamo ed Eva i quali, disubbidendo a Dio creatore, ingenerarono
la generale corruzione della primitiva umanità. Da qui Dio ricomincia
l’opera di recupero dell’umanità offrendo con insistenza e a più riprese il
suo aiuto, nonostante le difficoltà e i fallimenti causati dalla cecità e
dalla testardaggine mostrata dall’uomo, vittima delle forze del male. Ma Dio
non ha abbandonato le sue creature a un destino che sicuramente avrebbe
significato la loro eterna perdizione. In tanti modi cerca il riscatto e la
riconquista dell’umanità, escogita tanti sistemi che non sempre è facile o
possibile individuare nel racconto biblico. Soprattutto parla all’uomo
attraverso personaggi carismatici da lui scelti, nel tentativo di svegliarne
le coscienze preda del peccato originale.
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La “Parola” di Dio, trasmessa attraverso i suoi portavoce, purtroppo non
sempre produrrà i frutti attesi e desiderati e, dopo tanti insuccessi accumulati
nel corso di un lungo e lento periodo di maturazione spirituale, alla fine
Dio decide di diventare protagonista del
processo che deve condurre al compimento definitivo della salvezza. Infatti,
Dio stesso in prima persona, che con l’atto
della creazione si era reso presente nel cosmo e in modo eminente nell’uomo
creato a sua immagine e somiglianza, decide di entrare
nella storia dell’uomo incarnandosi nel Figlio Gesù. Dio, il
Creatore, che per mezzo della sua “Parola” aveva prima guidato con amorevole
onnipotenza la storia antica, ora entra personalmente nel mondo rivestendosi
della natura umana. Si assoggetta alle forze della natura e alle vicende del
creato, è costretto a subire perfino l’aggressione e la violenza delle forze del
male, ed alla fine offre all’umanità il suo ‘corpo mortale’ ad espiazione dei
peccati del mondo. Ma prima di lasciare il mondo farà dono dello ‘Spirito’, per
rendere l’uomo partecipe della sua natura divina e vivere l’eterna comunione di
amore con lui.
È stupefacente rilevare la coerenza spirituale e l’unità teologica del
modello religioso che attraversa tutta la Bibbia. Considerando le pluralità
espressive derivanti dalla molteplicità di autori che hanno contribuito alla
stesura del testo in tempi tanto diversi ed in epoche culturalmente lontane fra
loro, praticamente la Bibbia veicola un grandioso megaprogetto spirituale
con un unico tema dominante dalla prima all’ultima pagina: “La
Salvezza dell’Uomo”. È impensabile che tutto questo possa essere stato il
frutto di un evento casuale o il risultato di una mistificazione. Bisogna pur
riconoscere che il “Piano Divino” evolve
sotto l’attenta e misteriosa regia occulta di una “mente superiore” che
finalizza tutte le tappe ad un iter evolutivo volto alla realizzazione di un
originale progetto di vita universale.
In tutto lo scorrere e il diversificarsi di tematiche che caratterizzano la
narrazione biblica, la dottrina cristiana ha evidenziato la correlazione
esistente fra la concezione espressa dagli autori veterotestamentari e il
pensiero definitivo sancito da Gesù nei Vangeli, a testimonianza e a
dimostrazione della progressività rivelativa della Parola di Dio
attraverso le vicende della storia del Popolo di Dio e della vita di fede degli
autori biblici. Una mente umana non poteva certamente essere in grado, mai e poi
mai, di predisporre a tavolino, o portare avanti con logica razionale per oltre
un millennio, un così originale e coerente progetto spirituale, incredibilmente
studiato nei minimi particolari e perfetto sul piano teologico.
Allora il Piano di Dio, oltre che costituire il “progetto visibile” per la
salvezza per l’uomo, sembrerebbe anche celare un “metodo
di insegnamento” volto a far capire agli uomini che non si potrà mai
raggiungere il divino utilizzando i soli mezzi dell’umana ragione, sarà
possibile solo se essi saranno integrati dai mezzi messi a disposizione dalla
fede. La ricerca di Dio non è un puro cammino culturale, né una ricerca
intellettuale o speculativa, neanche è una ricerca mistica chiusa nella propria
interiorità. La via razionale mediata dalla fede costituisce la base e il
punto di partenza per un approccio corretto del mistero di Dio. Capire il
piano divino attraverso questa sfaccettatura rappresenterà per il credente
l’ulteriore conferma che l’obiettivo della fede, volto ad esplicitare
l’origine e il fine della condizione umana, si pone su un piano che va oltre la
natura, trascende la ricerca scientifica ed esclude l’uso di un metodo razionale
nella ricerca di Dio.
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