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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



I° PARTE

GLI INIZI DEL CRISTIANESIMO

 
 
 
I.3.11 Ricostruzione ipotizzabile della vita di Gesù attraverso i Vangeli
 
Matteo e Luca, usando fonti diverse, descrivono entrambi la nascita di Gesù e qualche episodio della sua infanzia. È singolare che solo dall’integrazione-interazione dei fatti narrati autonomamente da ciascuno di loro è possibile ricostrui-re, per certi aspetti, un racconto organico e ricco di particolari (Frammenti di Van-gelo – Antonio Caruso, Edizione Argo 2002). Soltanto Luca ci parla di Gesù perduto e ritrovato nel Tempio di Gerusalemme all’età di dodici anni. Altro non sappiamo sull’infanzia di Gesù. Marco e Giovanni, infatti, incominciano il loro Vangelo dal momento in cui Gesù inizia la sua missione, quando aveva circa trent’anni, verso il 27 - 28 d.C. Dopo essere stato respinto dagli abitanti della sua città natale Nazarèt, Gesù sceglie la città di Cafàrnao come centro del suo apostolato. Senza avere mezzi umani, non ha denaro, non ha armi, non ha appoggi politici, inizia la sua predica-zione percorrendo la Palestina insegnando nelle Sinagoghe della Galilea e della Giudea e proclamando una dottrina che non è né filosofia né politica, ma esclusivamente religiosa e morale. Varie volte probabilmente si reca a Gerusalemme per le feste. Nella primavera del 30 d.C. vi si recò per l’ultima volta con i suoi discepoli per celebrare la Pasqua ebraica. Tra il 6-7 aprile di quell’anno fu arrestato, processato dalle autorità del Tempio e condannato per imputazioni religiose. Dopo, sul far del mattino, fu consegnato a Pilato. All’epoca dell’occupazione romana, infatti, i poteri di condanna a morte erano nelle mani del procuratore romano, che a quei tempi era Ponzio Pilato. Questi condannò Gesù alla pena della crocifissione. Dopo essere stato torturato e schernito, com’era usuale per un condannato a morte, fu inchiodato ad una croce. Tutti e quattro i Vangeli, concordemente ed esplicitamente, mettono la morte di Gesù in un venerdì ed in occasione di una Pasqua, anche se non è chiara la successione degli avvenimenti. Soprattutto è difficile stabilire la data dell’ultima cena: Matteo e Marco la riportano al primo giorno della festa di Pasqua, mentre Giovanni alla vigilia.

Tabella cronologica desumibile dai Vangeli:
- Nascita di Gesù nel 7 o 6 a.C., prima della morte di Erode il grande,
«Gesù nacque a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode» (Mt. 2,1)
e al tempo del censimento indetto dall’imperatore Augusto quando
era governatore della Siria Quirino (30 a.C.-14 d.C.)
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando
era governatore della Siria Quirino
» (Lc. 2, 1-2)

- Inizio e durata del ministero di Gesù (battesimo e vita pubblica) fra il 27-28 d.C., all’età di circa trent’anni. «Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni» (Lc. 3,23)

Luca colloca l’inizio del ministero di Giovanni il Battista nell’anno quindicesimo, quando Tiberio è imperatore di Roma, Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, regna in Galilea, regione dove vive Gesù; Ponzio Pilato è procuratore della Giudea. A Gerusalemme il sommo sacerdote è Caifa; anche suo suocero, Anna, ha molta autorità. Poco dopo Gesù ricevette il Battesimo e iniziò a sua volta la vita pubblica. Poiché l’imperatore Augusto è morto nel 14 d.C., l’anno quindicesimo di Tiberio è il 27-28 d.C. Più complessa è la questione riguardante la durata del ministero pubblico di Gesù: un anno, due o tre? I Sinottici (Matteo, Marco e Luca) schematizzano la vita pubblica di Gesù in una narrazione che sembra stare nello spazio di un anno. Mentre il quarto Vangelo di Giovanni parla esplicitamente di tre Pasque (2,13; 6,4; 11,55), per cui si impone un ministero pubblico della durata di due anni e alcuni mesi. Questo Vangelo è oggi riconosciuto come il più esatto nella datazione.
- Nella primavera dell’anno 30 d.C. probabilmente Gesù si recò per l’ultima volta a Gerusalemme a celebrare la Pasqua ebraica. Vi  trovò la condanna a morte e fu crocifisso nel venerdì del 7 Aprile «Era il giorno della Parasceve, la vigilia del Sabato» (Gv. 19,31)

E’ assolutamente certo che Gesù morì un venerdì, il giorno di Parasceve. Stando ai Sinottici, quel venerdì era il giorno solenne di Pasqua il 15 del mese di Nisam. Invece, secondo quanto descrive Giovanni, quel venerdì era la vigilia di un sabato solen-ne (la pasqua), quando al tramonto i giudei avrebbero immolato l’agnello per la cena pasquale; per questo motivo i corpi dei giustiziati non potevano rimanere appesi alla croce. Le due fonti sembrano contraddirsi, ma leggendo attentamente i Sinottici ri-scontriamo dei dati che farebbero pensare che veramente quel venerdì non fosse il giorno di pasqua ma un giorno feriale. Infatti, ci sono delle guardie armate (Mc 14,47), un uomo viene dal lavoro dei campi (15,21), un altro compra un lenzuolo (15,46); tutte azioni vietate nel gran giorno di Pasqua. Pertanto ancora una volta bi-sogna stare alla cronologia del quarto Vangelo: quel venerdì era la vigilia di Pasqua, il 14 Nisam che corrisponde al 7 Aprile dell’anno 30, data che secondo gli studiosi è la più probabile della morte di Gesù.
Conclusione: Dai documenti citati risulta certa l’esistenza storica di Gesù. Anzi, ba-sandoci sui Vangeli è possibile fissare anche alcune date riguardanti la sua vita.
Ogni calcolo cronologico che riguarda le tappe della vita di Gesù ovviamente porta con sé l’approssimazione. Una ricostruzione biografica o cronologica ci fornisce dati soltanto indicativi che non ci consentono di stabilire con certezza assoluta il giorno, l’anno di nascita o l’inizio della sua operosità pubblica, né il giorno e l’anno della sua morte. Le discordanze di dati storici non devono stupirci più di tanto, perché gli evangelisti, attenendosi fedelmente a fonti diverse, non si preoccuparono di accordarle tra loro. Il loro unico e principale obiettivo era quello di testimoniare il messaggio spirituale di Gesù; per questo non hanno ritenuto indispensabile, ai fini della fede, inquadrare la loro narrazione in una precisa cornice storica o cronologica. Gli evangelisti non si sono preoccupati di redigere una biografia accurata, ma hanno voluto presentare soprattutto “l’evento Gesù” collegato al suo messaggio. Lo schema cronologico usato da loro, pur essendo fondato sulla storia, risulta molto semplificato perché adattato allo scopo catechetico che si erano prefissi. Va rilevato, infine, il disinteresse delle comunità cristiane primitive di raccogliere ricordi oggettivi concernenti la vita storica di Gesù. Alla base delle primitive tradizioni evangeliche va visto e ricercato soprattutto l’entusiasmo popolare scaturito dalla fede pasquale. Questo giustifica il carattere prettamente ecclesiale dei Vangeli, un genere di scritti da catalogare alla fine come “documenti di fede basati su avvenimenti storici realmente accaduti”.
 
 
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