Matteo e Luca, usando fonti diverse, descrivono
entrambi la nascita di Gesù e qualche episodio della sua infanzia. È
singolare che solo dall’integrazione-interazione dei fatti narrati
autonomamente da ciascuno di loro è possibile ricostrui-re, per certi
aspetti, un racconto organico e ricco di particolari (Frammenti di
Van-gelo – Antonio Caruso, Edizione Argo 2002). Soltanto Luca ci parla
di Gesù perduto e ritrovato nel Tempio di Gerusalemme all’età di
dodici anni. Altro non sappiamo sull’infanzia di Gesù. Marco e
Giovanni, infatti, incominciano il loro Vangelo dal momento in cui
Gesù inizia la sua missione, quando aveva circa trent’anni, verso il
27 - 28 d.C. Dopo essere stato respinto dagli abitanti della sua città
natale Nazarèt, Gesù sceglie la città di Cafàrnao come centro del suo
apostolato. Senza avere mezzi umani, non ha denaro, non ha armi, non
ha appoggi politici, inizia la sua predica-zione percorrendo la
Palestina insegnando nelle Sinagoghe della Galilea e della Giudea e
proclamando una dottrina che non è né filosofia né politica, ma
esclusivamente religiosa e morale. Varie volte probabilmente si reca a
Gerusalemme per le feste. Nella primavera del 30 d.C. vi si recò per
l’ultima volta con i suoi discepoli per celebrare la Pasqua ebraica.
Tra il 6-7 aprile di quell’anno fu arrestato, processato dalle
autorità del Tempio e condannato per imputazioni religiose. Dopo, sul
far del mattino, fu consegnato a Pilato. All’epoca dell’occupazione
romana, infatti, i poteri di condanna a morte erano nelle mani del
procuratore romano, che a quei tempi era Ponzio Pilato. Questi
condannò Gesù alla pena della crocifissione. Dopo essere stato
torturato e schernito, com’era usuale per un condannato a morte, fu
inchiodato ad una croce. Tutti e quattro i Vangeli, concordemente ed
esplicitamente, mettono la morte di Gesù in un venerdì ed in occasione
di una Pasqua, anche se non è chiara la successione degli avvenimenti.
Soprattutto è difficile stabilire la data dell’ultima cena: Matteo e
Marco la riportano al primo giorno della festa di Pasqua, mentre
Giovanni alla vigilia.
Tabella cronologica desumibile dai Vangeli:
- Nascita di Gesù nel 7 o 6 a.C., prima della morte di Erode il
grande,
«Gesù nacque a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode» (Mt. 2,1)
e al tempo del censimento indetto dall’imperatore Augusto quando
era governatore della Siria Quirino (30 a.C.-14 d.C.)
«In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il
censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando
era governatore della Siria Quirino» (Lc. 2, 1-2)
- Inizio e durata del ministero di Gesù (battesimo e vita
pubblica) fra il 27-28 d.C., all’età di circa trent’anni. «Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent’anni»
(Lc. 3,23)
Luca colloca l’inizio del ministero di Giovanni il Battista nell’anno
quindicesimo, quando Tiberio è imperatore di Roma, Erode Antipa,
figlio di Erode il Grande, regna in Galilea, regione dove vive Gesù;
Ponzio Pilato è procuratore della Giudea. A Gerusalemme il sommo
sacerdote è Caifa; anche suo suocero, Anna, ha molta autorità. Poco
dopo Gesù ricevette il Battesimo e iniziò a sua volta la vita
pubblica. Poiché l’imperatore Augusto è morto nel 14 d.C., l’anno
quindicesimo di Tiberio è il 27-28 d.C. Più complessa è la questione
riguardante la durata del ministero pubblico di Gesù: un anno, due o
tre? I Sinottici (Matteo, Marco e Luca) schematizzano la vita pubblica
di Gesù in una narrazione che sembra stare nello spazio di un anno.
Mentre il quarto Vangelo di Giovanni parla esplicitamente di tre
Pasque (2,13; 6,4; 11,55), per cui si impone un ministero pubblico
della durata di due anni e alcuni mesi. Questo Vangelo è oggi
riconosciuto come il più esatto nella datazione.
- Nella primavera dell’anno 30 d.C. probabilmente Gesù si recò
per l’ultima volta a Gerusalemme a celebrare la Pasqua ebraica. Vi
trovò la condanna a morte e fu crocifisso nel venerdì del 7 Aprile
«Era il giorno della Parasceve, la vigilia del Sabato» (Gv. 19,31)
E’ assolutamente certo che Gesù morì un venerdì, il giorno di
Parasceve. Stando ai Sinottici, quel venerdì era il giorno solenne di
Pasqua il 15 del mese di Nisam. Invece, secondo quanto descrive
Giovanni, quel venerdì era la vigilia di un sabato solen-ne (la
pasqua), quando al tramonto i giudei avrebbero immolato l’agnello per
la cena pasquale; per questo motivo i corpi dei giustiziati non
potevano rimanere appesi alla croce. Le due fonti sembrano
contraddirsi, ma leggendo attentamente i Sinottici ri-scontriamo dei
dati che farebbero pensare che veramente quel venerdì non fosse il
giorno di pasqua ma un giorno feriale. Infatti, ci sono delle guardie
armate (Mc 14,47), un uomo viene dal lavoro dei campi (15,21), un
altro compra un lenzuolo (15,46); tutte azioni vietate nel gran giorno
di Pasqua. Pertanto ancora una volta bi-sogna stare alla cronologia
del quarto Vangelo: quel venerdì era la vigilia di Pasqua, il 14 Nisam
che corrisponde al 7 Aprile dell’anno 30, data che secondo gli
studiosi è la più probabile della morte di Gesù.
Conclusione: Dai documenti citati risulta certa l’esistenza storica di
Gesù. Anzi, ba-sandoci sui Vangeli è possibile fissare anche alcune
date riguardanti la sua vita.
Ogni calcolo cronologico che riguarda le tappe della vita di Gesù
ovviamente porta con sé l’approssimazione. Una ricostruzione
biografica o cronologica ci fornisce dati soltanto indicativi che non
ci consentono di stabilire con certezza assoluta il giorno, l’anno di
nascita o l’inizio della sua operosità pubblica, né il giorno e l’anno
della sua morte. Le discordanze di dati storici non devono stupirci
più di tanto, perché gli evangelisti, attenendosi fedelmente a
fonti diverse, non si preoccuparono di accordarle tra loro. Il loro
unico e principale obiettivo era quello di testimoniare il
messaggio spirituale di Gesù; per questo non hanno ritenuto
indispensabile, ai fini della fede, inquadrare la loro narrazione in
una precisa cornice storica o cronologica. Gli evangelisti non si sono
preoccupati di redigere una biografia accurata, ma hanno voluto
presentare soprattutto “l’evento Gesù” collegato al suo
messaggio. Lo schema cronologico usato da loro, pur essendo fondato
sulla storia, risulta molto semplificato perché adattato allo scopo
catechetico che si erano prefissi. Va rilevato, infine, il
disinteresse delle comunità cristiane primitive di raccogliere ricordi
oggettivi concernenti la vita storica di Gesù. Alla base delle
primitive tradizioni evangeliche va visto e ricercato soprattutto
l’entusiasmo popolare scaturito dalla fede pasquale. Questo giustifica
il carattere prettamente ecclesiale dei Vangeli, un genere di scritti
da catalogare alla fine come “documenti di fede basati su avvenimenti
storici realmente accaduti”. |