Nonostante gli Ebrei fossero
costretti a subire l’autorità dei Romani, in effetti, la loro
fedeltà era rivolta principalmente ai sacerdoti. Costoro
esercitavano un forte potere sul popolo e lo stesso procuratore
romano aveva bisogno del loro sostegno. Tutta la vita ebraica,
infatti, si svolgeva sotto la luce divina della “Legge”, la “Torah”,
che in concreto si traduceva nel cosiddetto giudaismo: un sistema
socio-politico-religioso, costituito dal complesso delle dottrine
ebraiche, fondato sul rispetto assoluto della Legge, in grado di
regolare tutte le particolari circostanze della vita sociale.
A quanto riferisce lo storico ebreo Giuseppe Flavio, ai tempi in cui
visse Gesù il giudaismo ufficiale era rappresentato dai Sadducei,
dai Farisei e dai Maestri della Legge. Sadducei e Farisei
rappresentavano la classe sacerdotale; i Maestri della Leg-ge erano
dei letterati laici che operavano nella Sinagoga. Ai margini
gravitavano pa-recchie sette come gli Esseni e gli Zeloti. Gli
Esseni rappresentavano un’associazione religioso-monastica che
viveva isolata nel deserto, ostile alla classe giudaica dominante.
Gli Zeloti costituivano un’ala estremista fanatico-rivoluzionaria
del partito dei farisei, che si opponeva con la violenza al dominio
di Roma sul popolo giudaico.
Le istituzioni erano guidate da un’amministrazione civile e
religiosa che ruotava attorno alla Sinagoga, luogo d’adunanza, di
lettura e di meditazione della Legge. La Sinagoga svolgeva le
funzioni di scuola, di centro culturale e luogo di culto spirituale.
Questo consisteva essenzialmente nella preghiera, nella lettura
della Torah e nella sua spiegazione. Responsabili e capi della
Sinagoga erano i Maestri della Legge: studiosi ebrei e interpreti
della Legge di Mosè. Avevano molta autorità ed esercitavano la
funzione di teologi e di giuristi; essi vigilavano affinché fossero
rispettate le norme sancite nella Legge di Mosè. |