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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



II° PARTE

IL COMPIMENTO DELLA STORIA DELLA SALVEZZA


 
 
 
II.4.10 I Vangeli Sinottici e il Quarto Vangelo
 
Sin dai primi tempi si notò la marcata differenza strutturale e di contenuti fra il Quarto Vangelo attribuito a Giovanni e la narrazione degli altri tre evangelisti, Matteo, Marco e Luca, detti «sinottici» (dal greco synopsis= convisione o simultanea-mente visibili), perché nei loro scritti si rilevò la presenza di vistose e sorprendenti concordanze, sia sulla scelta delle parole, sia nello schema letterario del materiale, al punto da poterli mettere in tre colonne parallele e confrontarli con sguardo d’insieme. Accanto a evidenti concordanze, i Vangeli sinottici mostrano non meno evidenti discordanze, sia sull’ordine cronologico dei racconti sia al loro interno. Se-condo gli studiosi questa concordanza-discordanza dimostra l’esistenza di fonti co-muni e di dipendenze letterarie proprie di ciascun vangelo. Lo studio sinottico dei Vangeli, iniziato nel XVIII sec. per opera di Johann Jacob Griesbach, ha consentito in ogni caso di osservarne con uno sguardo d’insieme concordanze e differenze, e si è rivelato uno strumento prezioso e indispensabile per lo studio scientifico dei Van-geli. Appare evidente che gli evangelisti si siano vicendevolmente influenzati. I Sinottici si differenziano profondamente dal Vangelo di Giovanni, sia rispetto al racconto storico-narrativo, sia sul piano teologico incentrato sulla proclamazione del Regno di Dio.
I Vangeli Sinottici narrano principalmente ciò che Gesù ha fatto e detto in Galilea prima di concludere, con un unico viaggio, la sua attività a Gerusalemme. Hanno tutti la medesima struttura narrativa, che si può schematizzare in quattro sezioni: a) la preparazione del ministero di Gesù; b) il ministero in Galilea e la predicazione per la durata di un anno; c) la salita verso Gerusalemme; d) il ministero di Gerusalemme e il compimento finale della sua missione in questa città attraverso la passione, morte e risurrezione.
Giovanni, invece, fa rilevare che la vita pubblica di Gesù si svolge prevalente-mente in Giudea; riferisce almeno tre viaggi a Gerusalemme. Quest’affermazione comporta il prolungamento di circa tre anni della vita pubblica di Gesù. Anche se nelle linee generali ricalca lo schema strutturale dei Sinottici, il Vangelo di Giovanni presenta aspetti innovativi e originali, soprattutto nei contenuti teologici, tali da far ritenere il Quarto Vangelo come la naturale evoluzione spirituale del kerygma apostolico-ecclesiale che fonda le sue basi sulla tradizione sinottica, sicuramente conosciuta dall’evangelista Giovanni. Dal confronto dei testi si constatano differenze sostanziali, anche sul piano geografico, che mettono in risalto una conoscenza topografica della Giudea e di Gerusalemme più accurata rispetto a quella dei Sinottici, con citazioni di luoghi rivelatisi esatti, provando che Giovanni conosceva perfettamente i costumi religiosi e la mentalità giudaica del I° sec. d.C.
Di là da singole differenze d’ordine cronologico-geografico, appare evidente che Giovanni abbia seguito un piano diverso dai Sinottici, orientato nel mettere in luce la centralità della persona di Gesù. Egli ha voluto ripresentare in modo nuovo la fi-gura di Cristo, dando molto spazio alla sua azione con uno stile semplice e maestoso nello stesso tempo, soffermandosi, più degli altri evangelisti, su ciò che Gesù ha detto di se stesso, riportando lunghi e solenni discorsi. Più che al racconto dei fatti della vita e dell’insegnamento di Gesù, l’evangelista Giovanni intende approfondire la riflessione teologica e i ragionamenti dottrinali, sviluppati di solito sotto forma di dialoghi. Recentemente, accanto ai primi tre vangeli, è stato riprodotto sinottica-mente anche il testo dell’evangelista Giovanni (Angelico Pioppi – Sinossi e Commento dei quattro vangeli), ma il suo rapporto con gli altri evangelisti è costantemente oggetto di vivaci discussioni fra gli esperti.
Grazie alla sinossi si può facilmente rilevare come alcuni brani siano comuni a tutti e quattro gli evangelisti, altri a tre oppure a due; qualche passo compare in un solo vangelo. Indubbiamente lo studio sinottico dei Vangeli, seguendo il criterio scientifico del confronto, ha permesso di mettere in risalto la prospettiva teologica e l’apporto specifico di ogni evangelista.
Le diversificazioni storico-narrative fra i sinottici e le interdipendenze di tradi-zioni o fonti tra essi, pongono la così detta “Questione Sinottica”, lungi dall’essere risolta in maniera definitiva dagli studiosi. Tra le teorie che cercano di spiegare le somiglianze-discordanze dei sinottici, una delle più diffuse è l’ipotesi delle “due fon-ti”, secondo la quale i Vangeli di Matteo e Luca sarebbero stati composti a partire da due fonti principali: a) il Vangelo di Marco (il vangelo più antico pervenutici) b) una raccolta di parole e detti di Gesù, la cosi detta “fonte Q”, identificabile secondo alcu-ni studiosi con la prima edizione del vangelo di Matteo scritto in aramaico. Ogni e-vangelista, infine, farebbe capo anche a fonti proprie tratte dalla tradizione cateche-tica della Chiesa primitiva.
In effetti, alla base della redazione dei Vangeli canonici non si può non considerare l’ipotesi dell’esistenza di più fonti, né si può trascurare la continua influenza della tradizione orale. Per tutti questi motivi non si può prescindere dall’esigenza di un’approccio multidisciplinare che consideri un’interazione di diverse metodologie nello studio comparato dei Vangeli.
Tutto questo, in ogni caso, non pregiudica né intacca minimamente la sostanza del Messaggio Unitario e Universale inviato da Dio all’umanità ad opera dei quattro evangelisti, le cui intenzioni non erano certamente quelle di fare storia nel senso letterale della parola, ma di far conoscere la figura di Gesù at-traverso le ‘molteplici testimonianze di coloro che lo videro e lo ascoltarono.
 
 
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