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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



II° PARTE

IL COMPIMENTO DELLA STORIA DELLA SALVEZZA


 
 
 
II.4.15 L’inchiesta sui Vangeli
 
Pochi scritti tra tutti quelli che esistono sono stati studiati, analizzati e di-scussi quanto i testi evangelici. Grazie a quest’interesse diffuso, il messaggio cristia-no si trova sul piano storico in una posizione di grandissimo vantaggio rispetto ad ogni altro movimento religioso dell’antichità.
Purtroppo c’è da dire che di nessun libro, sia dell’Antico che del Nuovo Testa-mento, possediamo il manoscritto originale “autografo”. Lo stesso dicasi, comunque, per altre opere letterarie della stessa epoca. Il motivo deriva dal fatto che essendo gli scritti riportati su fragili papiri erano soggetti ad un rapido deterioramento. Tutta-via, possediamo copie antichissime non molto distanti nel tempo dai manoscritti originali (circa 266), contenenti il testo greco del Nuovo Testamento, ed, inoltre, 84 papiri conservati in varie biblioteche del mondo (Manchester, Londra, Svizzera, Bi-blioteca Vaticana, Parigi, Washington, Cambridge etc.).
Nel determinare la fondatezza storica dei racconti evangelici oggi gli studiosi si avvalgono dei cosiddetti “criteri di autenticità storica'”, una metodologia scientifica al servizio della ricerca storica in generale, in grado di dimostrare la fondatezza dei racconti del passato e di emettere un giudizio di autenticità sui loro contenuti.
La conformità dei dati evangelici con il quadro storico-geografico e con l’ambiente socio-culturale, politico e religioso del tempo in cui ha operato Gesù, confermano globalmente la loro storicità e riflettono fedelmente la documentazione archeologica ed extra evangelica che possediamo sulla Palestina del I° sec.d.C.:
A) Quadro geografico: Anche se gli evangelisti non sembrano prestare particolare attenzione alla topografia nel descrivere i viaggi di Gesù, concordano pienamente con la topografia palestinese comprovata dagli scavi archeologici;
B) Ambiente sociale: Lavoro, abitudini, professioni, stratificazioni sociali;
C) Struttura linguistica: Substrato aramaico e schemi didattici orali (con ritornelli, parole chiavi, sentenze) atti a facilitare l’apprendimento mnemonico in uso fra i rabbini dell’epoca e nella cultura orientale; influenza dell’ellenismo per quanto riguarda il linguaggio, la formulazione del pensiero teologico e soprattutto per la loro redazione nella lingua greca;
D) Situazione storico-politica: I Vangeli riflettono il quadro storico e la situazione politica del I° secolo d.C.; Giuseppe Flavio conferma lo stato di tensione causato dalla dominazione romana fra la popolazione;
E) Ambiente religioso: Riflette la situazione del culto e della religione popolare al tempo di Gesù. Conferma lo stato di rivalità fra i vari gruppi religiosi (Farisei-Sadducei), ritualismo, demonismo ed angelologia, tensioni messianiche.

La “critica testuale” conferma che i più antichi manoscritti in nostro posses-so dei Vangeli sono di pochi decenni posteriori agli stessi originali, a confronto delle centinaia d’anni che intercorrono fra l’originale e la copia più antica di poeti e scrit-tori latini. Ad esempio, nel caso del poeta romano Virgilio, l’intervallo tra la stesura dell’originale e la copia più antica che possediamo è di ben 350 anni!
Dall’esame di questi documenti non si può negare che i Vangeli:
1) risalgono al I° Secolo d.C., infatti sono citati da autori del I° e II° secolo che riferiscono già una tradizione;
2) dal confronto con papiri, manoscritti e versioni antiche non emergono di-vergenze sostanziali, segno dunque che derivano da una fonte comune.

Numerosissime, inoltre, sono le citazioni di brani del Nuovo Testamento da parte di scrittori antichi nelle loro opere, a testimonianza che la conoscenza dei Vangeli era diffusa in un’area geografica molto vasta (dalla Spagna alla Mesopotamia, dall’Inghilterra all’Egitto etc…), nonostante che in quel tempo la divulgazione degli scritti si presentasse molto lenta, difficile e laboriosa. L’immagine obiettiva di Cristo che ne emerge non è solo quella di un personaggio appartenuto alla storia, come un grande uomo e un grande maestro di morale, ma anche e soprattutto l’identità mi-steriosa della sua persona.
Gli esperti applicando i nuovi criteri di indagine storica hanno rafforzato la fiducia nella storicità dei Vangeli, riconosciuti portatori di un annuncio di fede che si esprime nel ricordo di precisi fatti storici. E’ alquanto improbabile pensare che tutte queste testimonianze accertate su Gesù, che alla fine sfociano in un grande e articolato progetto religioso caratterizzato da una perfetta coerenza sul piano dottrinale e teologico, in continuità con gli annunzi messianici del Vecchio Testamento, possano essere il frutto di un’immaginazione esaltata o di una fede senza radici, scaturita semplicemente dall’entusiasmo popolare di un gruppo di discepoli o di una collettività anonima. La storia insegna che all’origine di tutti i grandi movimenti culturali e religiosi c’è stato sempre un iniziatore o un capo carismatico.

La conclusione che si impone, da un punto di vista di critica-storica, è che l’applicazione dei criteri di storicità ai testi evangelici prova che la quasi totalità dei materiali contenuti risultano come autenticamente appartenente alla vicenda di Gesù e in essi vi possiamo rinvenire il vero volto di Gesù, detto il Cristo.
Certamente ci sono problemi difficili da affrontare sulla figura di Gesù, perché in-spiegabili sul piano della razionalità. Riguardano, ad esempio, le questioni della ‘coscienza messianica’, della ‘incarnazione’ della ‘filiazione divina’ e della ‘risurrezione’. Un dato certo è che, fin dagli inizi del cristianesimo, anche in altri e numerosi documenti distanti anche parecchi decenni (atti degli apostoli, lettere di Paolo, inni liturgici) Gesù è descritto unanimemente come “il Messia, il Figlio di Dio” e il “Cristo risorto”.
 
 
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