Chiamato anche Levi, faceva parte del collegio dei Dodici. Gesù lo chiamò al suo
seguito distogliendolo dalla professione di esattore delle tasse. Discepolo di
Gesù, autore esperto della dottrina dei Maestri e della Legge mosaica, era un
letterato e-breo convertito al cristianesimo. Ebbe, quindi, rispetto agli altri
Apostoli, un “van-taggio tecnico” nel mettere per iscritto la catechesi orale.
Infatti, per primo avrebbe iniziato a scrivere ricordi su Gesù, soprattutto le
sue parole.
Il Vangelo di Matteo nel passato era considerato come il primo dei Vangeli
scritti, ma oggi gli studiosi sono arrivati alla determinazione che sia stato
preceduto da quello di Marco. L’opera originaria nota dalle testimonianze di
Papia, Ireneo, e Origene, è andata perduta. Probabilmente fu composta prima del
70 d.C. in lingua ebraica (aramaica), la lingua comune in Palestina ai tempi di
Gesù, inaccessibile ai cristiani di stirpe non giudaica. La Chiesa, riconosciuta
l’autorità della catechesi di Matteo, avrebbe autorizzato una
traduzione-rielaborazione in lingua greca intorno all’80 d.C., cioè nel periodo
in cui erano già apparsi i Vangeli di Marco e Luca. Il tra-duttore, nell’intento
di imprimere un’uniformità letteraria a tre documenti che fon-damentalmente
rispecchiavano un unico messaggio, eseguì una rielaborazione del testo di Matteo
utilizzando probabilmente diversi stilemi che già caratterizzavano i due
precedenti Vangeli. Il testo pervenutoci è solo quello in lingua greca. E’ un
van-gelo scritto in ambiente ebraico per ebrei, le cui radici palestinesi sono
facilmente riconoscibili.
Matteo col suo Vangelo si rivolge ai primi Cristiani d’origine ebraica
convertiti dal giudaismo. |