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SCOPRIRE LA CONOSCENZA DI DIO CON UN LINGUAGGIO SEMPLICE
 



III° PARTE

IN CONTEMPLAZIONE DEL MISTERO

 
 
 
 
 
III.1.3 Marco
 
Il Vangelo di Marco è il più breve dei Vangeli che possediamo. Propone un testo composto di una serie di racconti generalmente brevi: un insieme di pezzi cuciti mediante una serie di riscontrabilissimi sommari, con frasi che sono spesso collegate in maniera piuttosto generica. Il Vangelo di Marco, quindi, non sembra possedere un’organizzazione letteraria chiara, e il suo vocabolario limitato e rozzo produce un racconto schematico, simile allo stile orale strutturato ad uso delle comunità. Inol-tre, una cornice cronologica appena delineata pone delle difficoltà per spiegare il piano narrativo interno del libro, regolato principalmente dallo svolgimento di alcuni temi dominanti. Nonostante ciò, lo scritto di Marco è in grado di riprodurre integralmente l’ambiente palestinese del I° sec. d.C. e la viva personalità di Gesù. Si ri-tiene che Marco sia l’interprete della catechesi orale di Pietro a Roma. Ma Marco sicuramente non era uno scrittore fornito dell’esperienza e dalle capacità letteraria di Luca o Matteo. A motivo della sua incompletezza e lacunosità, il vangelo di Marco non fu molto valorizzato nell’antichità cristiana. Solo nell’ottocento, riconosciuto come il vangelo più antico, fu rivalutato, rinvenendo in esso l’immagine più origina-ria ed autentica di Gesù.
L’evangelista Marco nel suo Vangelo spinge il lettore ad interrogarsi sulla figura di Gesù, preoccupandosi di avviarlo su un itinerario che dall’oscurità procede verso la piena rivelazione. Ritrae Gesù nella sua realtà umana, come un uomo che compie atti sorprendenti, fisici e spirituali, di liberazione dal male nei confronti di malati, riconoscendone origine e dignità soprannaturali, perché Egli è il Figlio di Dio. Una lunga tappa lo conduce a Gerusalemme, dove la sua immagine non sarà quella di un trionfatore ma di uno sconfitto. Proprio nel momento cruciale della sua morte in croce, l’evangelista Marco mette in bocca a un centurione romano la risposta al vero volto di Gesù: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.
La coerenza e l’unità teologica del Vangelo di Marco sono da ricercare nella “croce” e nel “kerygma pasquale”: i divieti di divulgare i miracoli o di proclamare prematuramente la messianicità di Gesù, il tema della cecità dell’uomo che non ri-sparmia neppure i discepoli stessi, tendono a rilevare che la salvezza non si realizza solo attraverso il miracolo o l’insegnamento, ma anche attraverso la morte redentri-ce. L’immagine di Gesù tracciata da Marco nel suo vangelo rispecchia una comunità posta in crisi dalle persecuzioni, chiamata a seguire Gesù senza scalpore e senza clamori lungo il cammino della croce, per poterlo alla fine riconoscere come il Messia rivelato da Dio. Gesù appare come chi svela progressivamente e senza clamore il mistero della sua persona, nella consapevolezza di essere il Messia, il Figlio di Dio. Marco non si preoccupa di sviluppare a fondo l’insegnamento del Maestro e fa pochi riferimenti alle sue parole, denota il carattere elementare della riflessione teologica e tralascia questioni dottrinali che potevano interessare uditori giudei, come quelle sulle osservanze legali dei Farisei e dei Maestri della Legge. Ci descrive un Gesù profondamente misterioso sul piano spirituale, al punto che neppure i discepoli talvolta sono sempre in grado di comprenderlo. Marco presenta il Gesù più vicino alla realtà storica: il Messia e il Figlio di Dio, il Signore taumaturgo della natura e dominatore delle potenze demoniache, Maestro e riformatore religioso. Ne descrive le amarezze e lo stupore, l’indignazione e la collera, i sentimenti umani di pietà e di tenerezza in tutta la sua umanità. Ricevuto dalle folle con simpatia, ben presto la sua umile messianicità rimane lungamente incompresa, anche ai suoi stessi discepoli, nonostante egli si manifestò continuamente attraverso azioni concrete.
Gesù si sottrae agli equivoci messianici imponendo il silenzio (“segreto messianico”), occultando la sua identità ai miracolati e ai demoni, allo scopo di correggere la concezione politica e trionfalistica sul tipo di Messia tanto atteso dai Giudei e mostrandosi, invece, come l’umile servo di Dio che deve attuare la salvezza del mondo con la propria morte sacrificale. Così delude le attese e l’entusiasmo di molti si raf-fredda. Schivando la facile popolarità, Gesù si dedica alla formazione e all’istruzione del piccolo gruppo di discepoli fedeli dai quali ottiene l’adesione incondizionata. Poi tutto si orienta verso Gerusalemme, la meta prefissata, dove si consumerà il dramma della passione coronata dalla risposta vittoriosa della Risurrezione.
 
 
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| VOLUME 2 |