Alla pari di numerosissimi scrittori greci del tempo,
apre il suo Vangelo con un prologo indirizzato ad un certo Teofilo,
probabilmente un personaggio insigne del tempo. Egli si presenta nelle vesti
di storico e scrittore religioso; è un narratore dalle sicure risorse
letterarie. Dichiara di essersi documentato sugli avvenimenti prima della
stesura del suo Vangelo, facendo “ricerche accurate fin dagli inizi”. Però
notiamo che non esita ad inventare liberamente scene efficaci, mostrando
indifferenza per un’esatta collocazione topografica e cronologica dei fatti
narrati nel suo Vangelo. La storia che Luca vuole presentare è una “storia
sacra”, indirizzata a dimostrare il significato di quegli avvenimenti storici
alla luce della fede in Cristo. Egli, indubbiamente, appare l’interprete di un
Vangelo più accessibile rispetto a quello degli altri evangelisti, perché il
linguaggio che adopera per la sua narrazione sembra più vicino a quello
dell’uomo contemporaneo. Il cammino verso Gerusalemme è la parte più originale
della costruzione di Luca: inquadra il ministero di Gesù in un movimento
ascensionale che dalla Galilea lo porta a Gerusalemme, luogo posto al centro
della missione di Gesù. Luca rappresenta un “viaggio” che assume un
significato prettamente “ecclesiale”, un viaggio che in effetti non è mai
descritto esattamente nel suo reale svolgimento spazio-temporale. Nel cammino
verso Gerusalemme Luca colloca quei temi che più gli sono cari e che ai suoi
occhi meglio raffigurano il volto di Cristo: l’amore, la gioia, la povertà, il
distacco, la preghiera. Per l’evangelista, il viaggio diventa un pretesto
teologico-letterario per dare la possibilità a Gesù di esporre la sua dottrina
e di spiegare i motivi della sua venuta sulla terra, intrattenendo dialoghi e
dando istruzioni. Sono suoi interlocutori i discepoli, gli amici, le folle, ed
anche i suoi avversari, gli Scribi e i Farisei. Gerusalemme è la meta, il
luogo del compimento della sua opera di salvezza, il teatro d’azione dove
terminerà la sua missione con la passione, morte e risurrezione. Appare ai
suoi discepoli a Gerusalemme e da qui partirà il messaggio di salvezza rivolto
a tutte le genti.
Con il suo Vangelo Luca annunzia la buona novella della bontà e della
misericordia, e intende dimostrare che il compimento della missione terrena di
Gesù rap-presenta l’attuazione della volontà di Dio. Nella figura di Gesù,
Luca ha proiettato tutte le caratteristiche dell’uomo ideale: Gesù, inviato da
Dio, è il Salvatore di tutti gli uomini; è il Maestro di vita con tutte le sue
esigenze, ma anche con la sua bontà accogliente; è il benefattore e capo della
nuova umanità fondata sulla giustizia e sull’amore; è il Profeta guidato dallo
Spirito di Dio che annunzia la rivelazione della misericordia salvifica di Dio
al mondo intero per la liberazione dal peccato dell’uomo che, schiavo delle
forze del male, deve lottare continuamente contro la potenza del loro inganno;
è il capolavoro della bontà divina, pieno di amore e di mansuetudine verso i
piccoli e i poveri, gli umili e gli emarginati, verso i peccatori e i pagani.
Inoltre Luca, al pari di Paolo, sottolinea l’universalità della salvezza
destinata a tutti, e non solo ai Giudei.
Nell’ultima sezione del Vangelo di Luca spicca, nel corso dell’ultima cena, il
di-scorso d’addio di Gesù costruito sul modello dei “testamenti” che la
tradizione veterotestamentaria e giudaica amava collocare sulla bocca dei
grandi protagonisti nel momento della loro dipartita. Qui, particolare risalto
assumono i temi cari all’evangelista Luca: il perdono e la preghiera. Gesù
spira perdonando i suoi nemici e prega per i suoi aguzzini; invoca al Padre
l’attenuante per la loro ignoranza. Al centro del racconto della Risurrezione
spicca l’episodio originale dei discepoli di Emmaus, carico di ricchezza
simbolica, che raggiunge il suo culmine nel riconoscimento del Risorto al
momento di spezzare il pane.
Il Vangelo di Luca termina con l’evangelizzazione rivolta a tutti i popoli,
quasi ad anticipare il tema del suo secondo volume, gli “Atti degli Apostoli”. |