- La radicalizzazione della Legge: Gesù attirava la gente con i suoi discorsi e
con le sue opere, ed usava tutti i metodi del buon Maestro. Leggeva e spiegava
le scritture ebraiche, l’Antico Testamento. Parlava alle folle all’aperto e
nelle Sinagoghe; s’intratteneva con singole persone e discuteva con i suoi
oppositori, gli Scribi, i Maestri della Legge e i Farisei. Gesù confermava la
fondatezza della Legge di Mosè come volontà di Dio, ma rifiutava qualsiasi
frammentazione della Legge di Dio in osservanze rituali inutili e formali, e in
un eccessivo rigorismo morale. Gesù cercò di riportare la Legge di Mosè
all’originario volere di Dio.
- L’annunzio del Regno di Dio: I Vangeli affermano che Gesù è il Figlio di Dio
inviato sulla terra per salvare l’uomo dal peccato. Egli è venuto in mezzo a noi
da uomo, cioè come uno di noi, per indicarci la retta via da seguire per
combattere e sconfiggere il male che condiziona la nostra vita. Fin dall’inizio
della sua predicazione, Gesù annuncia i grandi temi della nuova Legge Divina,
indispensabile per instaurare una società nuova, sottratta alla spirale del
peccato. È quasi impossibile definire ciò che Gesù intendesse dire con la
parola, il “Regno di Dio”. Presume la verità che Dio, fedele alle sue promesse e
alle profezie dell’alleanza, vuole recuperare un Israele disperso, caduto sotto
il dominio di Satana e del peccato, per radunarlo in un unico popolo santo.
Infatti, attraverso il Regno di Dio, Gesù annuncia la vittoria piena e
definitiva su ogni forma di male presente nel mondo. Gesù invitava la gente alla
conversione del Regno di Dio, proponendo una nuova religiosità legata non più e
soltanto al rispetto formale della Legge, ma basata sulla riconoscenza per aver
ricevuto da Dio gratuitamente misericordia e provvidenza. A coloro che facevano
il passo della conversione, Gesù proponeva una spiritualità d’obbedienza e di
servizio totale nei confronti di Dio, senza la pretesa di ricevere alcun merito.
Gesù stesso, vissuto nel segno dell’obbedienza verso Dio durante il suo
ministero terreno, riassume per i discepoli nella preghiera del “Padre Nostro”
gli atteggiamenti fondamentali da assumere nel rapporto con Dio, invitandoli a
chiedere che venga il suo Regno e che sia fatta la sua volontà in cielo come in
terra.
- Le parabole: Come esperto oratore e Maestro, Gesù usava come metodo
pedagogi-co molte forme d’espressione tratte dalle tradizioni sapienziali e
profetiche d’Israele per annunciare e far sentire vicino il progetto di Dio.
Gesù, infatti, spesso parlava per parabole, un modo d’esprimersi originale,
talvolta oscuro e poco comprensibile anche ai suoi stessi discepoli, ma in grado
di scuotere i suoi ascoltatori, stimolandoli ad entrare nel proprio intimo per
ascoltare e scoprire la chiamata della fede. Con la parabola Gesù ricorreva a
una strategia, soprattutto quando si trovava di fronte ad un uditorio ostile che
difficilmente avrebbe accettato il suo punto di vista. Sapeva, infatti, che i
suoi discorsi sarebbero stati respinti se proposti in forma diretta. Gesù usava
le parabole anche per chiamare alla decisione un Israele peccatore in questo
critico periodo finale della Storia della Salvezza. Impiegava questi detti e
queste storie misteriose per stuzzicare la mente dei suoi ascoltatori,
distruggendo le false sicurezze e cercando di aprire i loro occhi. Le parabole
di Gesù talvolta rappresenta-vano anche violenti attacchi verbali all’intero
mondo religioso dei suoi ascoltatori; in altre occasioni, introducendo un mondo
nuovo, manifestavano una rivoluzione operata da Dio e non dagli uomini.
- I Miracoli: Gesù proclamava l’immenso amore e la misericordia di Dio,
accostan-dosi ai peccatori e guarendo i malati. Operava miracoli straordinari
finalizzati uni-camente a suscitare la fede, quali segni visibili della verità
del suo insegnamento. Non desiderava dimostrare la sua potenza temporale, o le
capacità di mago e di guaritore, né erano semplicemente delle opere buone fatte
per aiutare degli individui. Gesù per mezzo dei miracoli voleva rendere noto
l’agire incessante del Padre per il bene dei suoi figli. I miracoli erano modi
concreti di proclamare e di operare il trionfo di Dio sulle forze del male. Si
potrebbe rimanere confusi nel comprendere il significato delle opere
straordinarie compiute da Gesù nel contesto del suo insegnamento escatologico. I
miracoli operati da Gesù, certamente non sono facilmente spiegabili con i mezzi
dell’umana ragione; non sono mai stati spiegati nell’antichità, nemmeno dai suoi
nemici che attribuivano i suoi miracoli al potere del demonio.
- L’agire di Gesù era incentrato sull’annuncio amorevole e gioioso di un Dio che
ac-coglieva i peccatori e offriva loro il perdono, senza richiedere il normale
pentimento da mostrarsi attraverso sacrifici e rituali, com’era in uso nella
religiosità giudaica. Questa pratica di rallegrarsi nello stare in compagnia e
nel mangiare insieme alla gente dei bassifondi o di associarsi con persone
considerate perdute, secondo la religiosità giudaica di quei tempi, metteva Gesù
in uno stato d’impurità rituale agli occhi degli stretti osservatori della
Legge, i quali lo esposero anche al ridicolo facendolo apparire anche come “un
mangione e un beone”.
In modo chiaro Gesù col suo insegnamento, invece, ha messo l’accento su un amore
senza confini per Dio e per il prossimo, proclamando perfino l’amore per i
nemici. Le azioni di Gesù di guarire, di esorcizzare, di andare in cerca della
pecorella smarrita, di mangiare con i peccatori, di rimettere i peccati, di
insegnare alle folle, di discutere con gli oppositori, erano tutte espressioni
concrete del suo servizio di amore verso il prossimo e l’umanità tutta. In
realtà la parola “amore” non ricorre esplicitamente nei detti autentici di Gesù;
ma mettendo insieme tutti i suoi proclami che trattano di misericordia,
compassione e doveri verso gli altri, i risultati ritraggono un Gesù che pone
l’accento sul principio di manifestare amore senza limiti e senza misura, a
riprova della forte richiesta morale su cui si basa il suo insegnamento.
L’annuncio del Regno e l’insegnamento morale sono, infatti, intimamente e
reciprocamente connessi, formando un “coerente tutt’uno”. Sarebbe un errore
separare l’attività miracolosa di Gesù dal suo insegnamento morale,
significherebbe allontanarsi dalla comprensione dell’intimo significato da
attribuire al mistero di Gesù. |